Primo libro letto di William Gibson. Libro che è una raccolta di racconti di fantascienza cyberpunk. Diciamo che non rispecchia il mio concetto di racconto in quanto, dato il tempo limitato della lettura, mi aspetto una maggiore incisività e soprattutto un effetto sorpresa sul finale, ma forse perchè sono abituato ad autori come Bradbury ma soprattutto Poe che ha fatto dei finali e della costruzione del racconto una vera e propria filosofia di scrittura (leggasi il saggio Eureka)


In ogni modo le ambientazioni e i personaggi sono interessanti, soprattutto considerando che viene considerato il capostipite del genere cyberpunk. Il libro si apre con il racconto “Johonny Mnemonico” (da cui è stato tratto un film con Keanu Reeves)… famoso ma il finale è a dir poco imbarazzante (l’ultima frase spezza le gambe a tutto il racconto). Altri racconti che mi sono piaciuti sono stati “Il continuum di Gernsback” e “New Rose Hotel”.

I due racconti finali scritti in collaborazione con Bruce Sterling (Stella rossa, orbita d’inverno) e Michael Swanwick (Duello) sono forse i più belli e quelli che ricordo con maggiore forza e intensità, però alla fine sono anche i due racconti che più si avvicinano alla fantascienza classica rispetto agli altri racconti presenti nel libro.