Giusto per capirci, l’architettura a 3 livelli o “3-tier architecture” non è proprio un paradigma dell’ultima ora. Possiamo dire che si è affermata sul finire del XX° millennio e nei primi anni 2000 con la grandissima diffusione di internet (e quindi di applicazioni di rete con accesso ad un database) e con l’affermarsi del paradigma di programmazione OOP ovvero Object Oriented Programming. Grazie soprattutto all’espansione continua e inarrestabile del linguaggio Java e del pattern MVC (Model View Controller) tutto è stato separato in 3 livelli diversi, ciascuno con la propria specificità.

In particolare, come si può vedere dai file allegati, già nella versione 5 e 6 del JBuilder (epico IDE della Borland per lo sviluppo di applicazioni Java) si parla di architetture a 3 livelli e sono citate tecnologie e “best practice” per programmare architetture in formato “3-tier”.  Se consideriamo che il JBuilder 5 e 6 risalgono all’anno 2001 direi che è facile capire come questa architettura sia tutt’altro che recente.


Lo schema dell’architettura è tratto dal sito https://security.stackexchange.com ed è stata rilasciata con copyleft e quindi riutilizzabile.

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